sabato 23 agosto 2008
Assaggi: Trattoria Romolo
Erano trentaquattro anni esatti, secondo i racconti di mia madre, che non venivo da queste parti: ci avevo passato la mia prima estate, e da allora non ero più tornato. Il borghetto medievale di Nettuno è suggestivo, col favore del buio, non sembra nemmeno di stare al mare. Tyler ed io cerchiamo un posto dove cenare, qualcosa che non sia troppo turistico. Proprio in mezzo a due pizzerie, con la gente in fila in attesa di entrare, c’è un locale più tranquillo. Si chiama Trattoria Romolo. Entro per chiedere se c’è posto, e ci fanno accomodare. Le pareti sono di un rilassante azzurro pastello, ma quel che mi colpisce maggiormente sono i lampadari della sala, belli ed imponenti, eppure perfettamente adeguati all’ambiente. Ci sistemiamo ad un tavolo un po’ appartato, vicino all’ingresso della cucina. Qui noto un particolare che non mi piace: una tv lcd a parete, che trasmette una partita, roba da pub, in un ristorante di questo tipo non dovrebbe esserci. Ma basta non guardarla. Scegliamo il vino. Io avrei bevuto volentieri un moscato secco di Terracina Oppidum di S. Andrea, vino del territorio che conosco ed apprezzo, ma Tyler, con un colpo di mano, ordina un Sauvignon St. Michael-Eppan, uno dei suoi bianchi preferiti. Andiamo sul sicuro. A questo punto il cameriere va nel panico: non si trova un secchiello per il ghiaccio, ma alla fine una bella ragazza con un vestito rosso che mi fa pensare alla Kelly Le Brock di The Woman in Red, risolve la situazione con destrezza, ed assicura il nostro vino al fresco. Il gestore della trattoria è gentile ed appassionato, e ci prende in simpatia, tanto che Tyler ha l’impressione che ci abbia scambiato per due giornalisti di qualche testata gastronomica. Stiamo al gioco, accettiamo il suo consiglio e ci lasciamo tentare dalla serie di antipasti della casa. Partiamo da una bresaola di tonno con riduzione di miele ed ananas, dell’ombrina sfilettata, salmone marinato all’arancia, alici marinate, merluzzo ed un ottimo pesce spada. Nel frattempo, in modo assolutamente informale ma simpatico, ci viene offerto un bicchiere di Franciacorta Brut Ca’ del Bosco che un cliente di un tavolo vicino aveva ordinato ma non bevuto. Peggio per lui. La serie di assaggi prosegue con un piatto di crudo, gamberi ed ostriche, che degusto in solitudine perché a Tyler fa impressione. Quindi arrivano dei piatti caldi: cous cous con polipetti, alicette fritte, fiori di zucca fritti con tonno e un sauté di cozze, che lascio volentieri a Tyler. Niente male, ottima qualità, buoni accostamenti. Siamo alla pasta. C’è una buona scelta, ma alla fine optiamo per due mezze porzioni di gnocchetti allo scoglio e di tagliolini all’uovo fatti in casa con delle aragostine. Buoni, ma non strepitosi i primi, eccezionali davvero i secondi: peccato che mi ritrovi costretto a lasciarne un po’: le porzioni sono molto più che “mezze”, e sono davvero pieno… Non avendo la forza e la capacità di ingoiare altro, prendiamo solo due caffè e chiediamo il conto, curiosi di scoprire se verremo trattati davvero come giornalisti impegnati ad affibbiare gamberi o forchette. Spendiamo circa 50 euro a testa, almeno un piccolo sconto ce l’hanno fatto, pensiamo… Comunque, a parte qualche piccolo particolare migliorabile, l’impressione è buona. Non assegnerò voti o stelle, come al solito, ma ne conserverò sicuramente un ricordo positivo.
• Trattoria Romolo (Piazza Colonna, 1 – Nettuno, Roma)
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