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venerdì 29 marzo 2013

Pizza al formaggio più (Pizza al formaggio col gorgonzola)




A gentile richiesta, una versione della pizza pasquale al formaggio rinforzata col gorgonzola.


Ingredienti (per una pizza da 1.5 kg circa):

• 500 g. di farina
• 5 uova
• 75 g. di parmigiano grattugiato
• 75 g. di pecorino grattugiato
• 150 g. di gorgonzola piccante
• 120 g. di caciotta
• 5 cucchiai da cucina d'olio evo
• 2 bicchieri di latte
• una bustina di lievito
• sale
• pepe


Birra: Rossa, 'Na Biretta (Lazio)


Preparazione:

Per cominciare, taglia il gorgonzola a pezzi grossolanamente, e mettilo in un pentolino con un dito di latte fino a farlo fondere completamente. Nel frattempo, rompi le uova in una ciotola capiente, aggiungi l'olio ed il resto del latte, una presa di sale e pepe, e batti con una forchetta. Poco alla volta unisci i formaggi grattugiati, la caciotta tagliata a cubetti, ed il gorgonzola precedentemente fuso. Aggiungi infine la farina ed il lievito, e mescola energicamente fino ad ottenere un composto omogeneo e compatto. Disponi l'impasto in uno stampo, e cuoci nel forno già caldo a 180° gradi per circa un'ora, al termine della quale controlla la cottura con uno stuzzicadenti (la pizza deve risultare asciutta all'interno e ben dorata in superficie). Lascia raffreddare, servi a temperatura ambiente, e...


Buona Pasqua da Pirotecniche di Cucina!



sabato 7 aprile 2012

Pasqua si, ma a piccole dosi (Mini-pizze al formaggio assortite)




Variante più leggera e veloce, in quanto non necessita di lievitazione, dell'impasto per la classica pizza umbra al formaggio. Tre gusti diversi (semplice, alle olive ed alla pancetta) in un formato insolito e divertente.


Ingredienti (per 10/12 mini-pizze):

• 300 g. di farina
• 3 uova
• 75 g. di parmigiano grattugiato
• 50 g. di pecorino grattugiato
• 60 g. di caciotta
• 60 g. di pancetta a cubetti
• 60 g. di olive verdi denocciolate
• 3 cucchiai da cucina d'olio evo
• un bicchiere di latte
• una bustina di lievito
• sale
• pepe


Musica: The Coyote - Mesita (2012)
Vino: Rosso Umbria, Villa Monte Vibiano (Umbria)


Preparazione:

Rompi le uova in una ciotola capiente, aggiungi l'olio ed il latte, una presa di sale e pepe, e batti con una forchetta. Poco alla volta unisci i formaggi grattugiati, la farina ed infine il lievito, mescolando energicamente fino ad ottenere un impasto omogeneo e compatto. A questo punto dividi il composto ottenuto in tre parti, incorporando rispettivamente la caciotta tagliata a cubetti, la pancetta e le olive tritate. Disponi gli impasti farciti in degli stampini individuali da muffin, e cuoci nel forno già caldo a 180° gradi per mezz'ora. Passati 30 minuti, controlla la cottura con uno stuzzicadenti, lascia raffreddare, e servi a temperatura ambiente.


Buona Pasqua da Pirotecniche di Cucina!

domenica 6 novembre 2011

Assaggi: Bir&Fud




Apparentemente, il Bir&Fud può sembrare una semplice birreria, per quanto attenta alla qualità delle birre artigianali. In realtà, dietro a questa sigla c'è tutta la passione di Glass Hostaria e di Gabriele Bonci. E scusate se è poco. Quando il locale muoveva i primi passi, nel 2007, spesso ci si andava per pranzo, e dopo una lunga assenza, finalmente ci torniamo per cena. La sala interna è affollata e chiassosa, ma previa prenotazione ci accomodiamo ad un tavolo molto ampio, dove si sta fin troppo larghi. Un cameriere dall'evidente accento straniero, solerte e gentile, ci illustra i piatti del giorno: alla fine delle contrattazioni la nostra tavolata si divide a metà, con una parte legata alla tradizione (bruschetta al pomodoro, pizza margherita), ed un'altra invece incline alla sperimentazione dei fuori menù (rivisitazione di fish & chips, calzone Porco Pistacchio). Manco a dirlo, Tyler ed io siamo equamente divisi nei due schieramenti. Da bere, dietro suggerimento del sudetto cameriere, un'ottima birra weiss scura, la Voodoo (ma peccato che non sia disponibile una carta dettagliata delle birre artigianali, in modo da poter curiosare e scegliere con calma).


Nonostante il ristorante sia pieno, gli antipasti arrivano subito, ed il mio fish & chips, presentato nel cartoccio come quello tradizionale ed arricchito con una salsa ai cetrioli servita a parte, è davvero sfizioso. Buona e ricca anche la bruschetta. Il servizio si conferma molto veloce ed anche pizze e calzoni non ci mettono molto a giungere in tavola: l'impasto delle pizze è eccezionale (c'è la mano di Bonci e si vede), mentre il calzone, ricco ed abbondante di mortadella, bufala e pomodori secchi, e guarnito con pesto di pistacchio e riduzione di balsamico, è originale e molto equlibrato nel gusto. Peccato solo che mi sia stato servito tiepido e non caldo, ma ogni singolo ingrediente rivela la grande cura nella scelta delle materie prime. Particolarmente satollo di cotanto calzone, mi vedo costretto a rinunciare al dessert, nonchè al caffè, dato che per scelta non viene servito (e qui evidentemente c'è lo zampino del Glass), e così giungiamo direttamente al conto, che si dimostra assolutamente onesto, poco più di 20 euro a testa.

Bir&Fud (Via Benedetta, 23 - Roma)

mercoledì 13 luglio 2011

Percorsi: Umbria




Come consuetudine, ormai, Tyler ed io ci prendiamo le ferie a Luglio, quando in giro c'è meno gente ed i prezzi sono più ragionevoli, e senza allontanarci troppo, quest'estate ce ne andiamo l'Umbria. Il campo base è l'Oasi Villaggio di Marsciano (piccolo centro in provincia di Perugia, a pochi km da Todi), una sorta di via di mezzo tra un'agriturismo ed un albergo, ricavato da un casolare del 1873, ed aperto fin dal 1980. L'attività dell'Oasi fa perno attorno al rinomato ristorante, ed anche per questo motivo abbiamo scelto un trattamento di mezza pensione, che include la cena per ognuna delle notti nelle quali saremo ospiti della struttura. Ogni sera, infatti, accomodandoci ad uno dei tavoli all'aperto, riceviamo un menù del giorno dal quale possiamo scegliere le nostre portate tra due primi e due secondi sempre diversi: dalla pasta alla norcina ai cannelloni, dalle pappardelle al cinghiale ai ravioli, ed ancora dalla braciola di maiale all'oca al forno, passando per la piccatina di pollo al limone e la grigliata mista, gustiamo una cucina ricca, sostanziosa e genuina, in un'ambiente molto cordiale ed informale. E se proprio non si riusciva a trovare qualcosa nel menù giornaliero, c'era sempre la possibilità di prendere la pizza. Risolto quindi brillantemente il problema della cena, durante le nostre escursioni diurne siamo liberi di lasciarci tentare dai locali che incontriamo più o meno casualmente sulla nostra strada, quasi initerrottamente costeggiata da splendidi campi di girasole dal giallo intenso.





Il primo giorno, durante un breve sopralluogo a Marsciano, ci fermiamo a pranzo al Be Happy Dinner Caffè, che nonostante il nome è aperto ed anche piuttosto affollato. Nella sala all'interno c'è un buffet, ma noi decidiamo comunque di ordinare alla carta: per cominciare un tipico tagliere umbro con salumi, formaggi e torta al testo, e poi tagliolini al limone e prosciutto per Tyler (l'agrume sarà il filo conduttore delle sue scelte), e cappelli dell'ortolano (il piatto del giorno), degli squisiti ravioli verdi con ripieno di melanzane per me. Da bere vino rosso della casa. All'atto di pagare, m'intrattengo col cuoco, il signor Marzio, che mi spiega come facciano tutto da loro, compreso il pane, ed alla fine mi prega di salutare Roberto, il titolare dell'Oasi Villaggio. Non c'è che dire, qui si respira aria di casa.




Un coinvolgimento familiare è quello che ritroviamo anche nella nostra visita alla cantina dell'azienda Castello Monte Vibiano Vecchio, a due passi dal nostro agriturismo. Giunti sul posto, veniamo accolti da Manuela, una simpatica ragazza romana trasferitasi in Umbria per raggiungere il suo primo amore, una storia d'altri tempi. A bordo di una piccola jeep elettrica (qui è tutto a zero emissioni di CO2), Manuela ci porta a spasso per la tenuta della famiglia Fasola Bologna, mostrandoci le vigne e gli ulivi secolari. Al termine dell'eco-tour, una volta rientrati in cantina, degustiamo i loro vini (un bianco e 3 rossi), accompagnati da pane ed olio della tenuta (che ha la particolarità di essere congelato e conservato in piccole bottiglie da 10 ml), e da un'ottimo formaggio locale, l'Intruso.



Prima di recarci alla volta di Perugia, effettuiamo una deviazione in zona San Sisto, alle porte del capoluogo della regione, dove si trova la fabbrica della Perugina, che ospita il museo della celebre azienda. Siamo giusto in tempo per la visita guidata delle 10:30, che prevede una dimostrazione del maestro cioccolatiere Alberto, il quale ci fa vedere come vengono preparati i cioccolatini ripieni che, per la gioia di tutti i presenti, grandi e piccini, alla fine assaggiamo con gran piacere. E non è tutto: durante il giro della passerella che percorre l'interno dello stabilimento, assistiamo alla nascita della variante al cioccolato bianco dei famosi Baci, attesa per l'autunno.

Durante la gita al Lago Trasimeno, mentre passeggiamo per i viottoli di Castiglione del Lago, rimaniamo colpiti dal cortile alberato del ristorante La Cantina, e decidiamo di fermarci per il pranzo. Ci accomodiamo ad un tavolo al riparo dal sole cocente, e sullo sfondo riusciamo a vedere l'azzurro del lago, e le nostre scelte, pertanto, non possono che ricadere prevalentemente sul pesce d'acqua dolce: per antipasto insalata di luccio e crostini con uova di carpa, a seguire la tipica zuppa di farro umbra e l'altrettanto caratteristica carpa regina in porchetta, il tutto accompagnato dal bianco della casa, e per finire in bellezza, una strepitosa panna cotta allo zafferano (prodotto tipico della vicina Città della Pieve) con salsa ai frutti di bosco, per di più a prezzi onesti e con un servizio attento.





Sulla via del ritorno, ci dedichiamo allo shopping di specialità locali: giunti a Todi, ci fermiamo al caseificio Montecristo, che produce l'intruso, il formaggio che abbiamo assaggiato durante la degustazione presso la cantina Castello Monte Vibiano Vecchio, mentre una volta arrivati ad Orvieto facciamo tappa al negozio "Dai Fratelli", dal quale portiamo via il filetto di cinghiale ed un altro tipico formaggio della zona, il pecorino gnorante stravecchio, prima di imboccare l'autostrada e far ritorno a casa.



Oasi Villaggio (Vocabolo Marcurischio Primo, 1 - Marsciano, Perugia)
Be Happy Dinner Caffè (Via XX Settembre, 1 - Marsciano, Perugia)
Ristorante La Cantina (Via Vittorio Emanuele, 93 - Castiglione del Lago, Perugia)

domenica 5 giugno 2011

Assaggi: La Gatta Mangiona




Personalmente, considero la Gatta Mangiona quantomeno una delle migliori pizzerie di Roma. Di solito, senza prenotare, non c'è verso di trovar posto, ma ieri sera, passando da quelle parti, decidiamo di fare comunque un tentativo, e la fortuna vuole che qualcuno abbia disdetto (peggio per lui) e che ci sia un tavolo libero all'esterno del locale. Il menù alla carta è molto ricco, ed ora presenta anche delle interessanti proposte di abbinamento pizza-vino (uno dei proprietari della Gatta è un sommelier). Al termine dell'intrigante consultazione, scelgo il supplì con foie gras, scampi e fragole dalla lavagna dei piatti del giorno (delizioso, delicato e molto particolare), un calzoncello con peperoni, caciocavallo e capperi, ed una pizza Ibiza (bianca con mozzarella di bufala, pomodorini, zucchine e filetti di acciughe). Tyler, invece, come d'abitudine, va sul classico e prende un supplì tradizionale ed una margherita. Da bere, birra scura bavarese. L'impasto della pizza, se possibile, è ancora migliore di quanto ricordassi: fragrante, croccante sui bordi ed al contempo molto leggero. Gli ingredienti, poi, sempre di altissima qualità. Il conto, alla fine, più che onesto, rafforza la convinzione che la Gatta Mangiona sia la migliore pizzeria della città.

La Gatta Mangiona (Via F. Ozanam, 30-32 - Roma)


venerdì 4 marzo 2011

Assaggi: Pizzeria Bella Napoli




In compagnia del nostro amico sommelier, che qui è di casa, proviamo questa rinomata pizzeria napoletana. Sistemato il tavolino un po' traballante, passiano alle ordinazioni: come antipasto prendiamo le tipiche pizzelle campane (gustose e dalle dimensioni generose), mozzarelline fritte, crocchette di patate, ed un'autentica e sontuosa mozzarella di bufala. Da bere, dopo aver assaggiato una rossa forse a fine corsa (del fusto della spina), optiamo per la birra chiara. Anche sull'ordinazione della pizza siamo tutti d'accordo: un plebiscito per la Bella Napoli, la specialità della casa, alta, con la bufala ed i pomodorini. Ottima, ricca e croccante, e con quel retrogusto di bruciacchiato tipico di una cottura regola d'arte nel forno a legna. Il clima della serata è spensierato ed amichevole, come il conto alla fine, 20 euro a testa.

• Pizzeria Bella Napoli (Viale Giulio Cesare, 120 - Roma)

lunedì 27 settembre 2010

I numeri della pizza: 20 ore di lievitazione e 4 gusti (patate, margherita, prosciutto e mozzarella e fiori di zucca ed alici)




Ingredienti (per 2 placche da forno)

Per l’impasto:

• 1 kg. di farina 0
• 600 g. di acqua tiepida
• 25 g. di lievito fresco
• 2 cucchiai di olio evo
• un cucchiaino da caffè di zucchero
• 30 g. di sale
• farina per impastare q.b.


Per le farciture:

• un paio di patate
• 200 g. di passata di pomodoro
• 300 g. di mozzarella
• 100 g. di prosciutto cotto
• 8/10 fiori di zucchina
• 6/8 alici
• sale
• pepe
• olio evo


Musica: Out of Time – R.E.M. (1991)
Birre: Inveralmond Lia Fail (Scozia),
Augustiner Bräu Oktoberfest Bier (Germania)
Weihenstephan Vitus, Weissbier (Germania)


Preparazione dell’impasto:

Per prima cosa, fai sciogliere il lievito nell’acqua tiepida. Metti la farina, l’olio e lo zucchero in una ciotola, unisci l’acqua col lievito, ed inizia ad impastare. Solo ora puoi aggiungere il sale. Una volta amalgamato il tutto, lascia riposare per una decina di minuti, quindi lavora nuovamente il composto: qualora risulti particolarmente colloso, aiutati cospargendoti le mani con della farina. Adesso, la pasta per la pizza è pronta per la lievitazione: riponila in frigo, nel ripiano più basso, per 24 ore (ma ne possono bastare anche 18-20).
Il giorno dopo, quando l’impasto sarà lievitato, lavoralo nuovamente per qualche minuto, quindi dividilo in tante parti quante sono le placche da forno o le teglie che dovrai riempire, e stendilo con un mattarello, aiutandoti sempre con della farina per evitare che si appiccichi.


Preparazione delle pizze farcite:

Una volta steso l’impasto sulle placche rivestite di carta da forno, spennellalo con dell’olio extra-vergine d’oliva, pratica dei fori con una forchetta per evitare che gonfi troppo, e comincia a farcire le pizze con i vari ingredienti.
Sbuccia le patate, tagliale a fette piuttosto sottili, e passale in forno a 180° per 10/15 minuti, quindi disponile uniformemente sull’impasto per la pizza, e condisci con olio, sale e pepe; per la margherita, mescola la passata di pomodoro con un filo d’olio ed un pizzico di sale, quindi cospargi la pizza con il sugo ottenuto, e ricopri con della mozzarella tagliata a pezzetti; ora taglia la restante mozzarella a fette sottili, adagiala sulla pasta, e mettici sopra il prosciutto cotto; stesso procedimento anche per la pizza coi fiori di zucca e le alici.
A questo punto inforna le teglie nel forno già caldo a 250° per 20 minuti (nel tradizionale forno elettrico di casa, meglio cuocerne una per volta), e la pizza è pronta.

giovedì 5 agosto 2010

Assaggi: Il Secchio e l'Olivaro




Un compleanno da festeggiare è l'occasione per andare in questa pizzeria di cui si parla molto, Il Secchio e l'Olivaro. Il locale si trova un po' fuori mano, sulla Portuense vicino al GRA, è facilmente raggiungibile ma si fatica a trovare un parcheggio libero. Quando arriviamo siamo in leggero anticipo, e ci tocca il compito di cercare un tavolo, perchè qui non si accettano prenotazioni. All'aperto non c'è posto, ma piuttosto rapidamente veniamo sistemati all'interno di un gazebo caratterizzato da lampade da parete dal gusto quantomeno discutibile. Poco male: anche se le panche sulle quali ci sediamo (prive di schienale) non sono certo comodissime, si sta freschi lo stesso, ma non posso fare a meno di chiedermi quanto tempo avremmo dovuto aspettare se, invece di un giorno infrasettimanale in agosto, fossimo venuti, che sò, un sabato sera a maggio. La caratteristica principale del luogo è che qui si mangia senza posate: nel menù ci sono esclusivamente bruschette e pizze giganti (una volta le chiamavano sociali), disponibili in cinque gusti, che arrivano in tavola già tagliate e pronte da spartire tra i commensali. Alla fine Tyler ed io prendiamo rispettivamente una bruschette classica al pomodoro ed una con ciauscolo e stracchino, mentre per quanto riguarda le pizze, dividiamo col resto della tavolata una margherita ed una marinara: l'impasto, più che la pizza alta napoletana, ricorda quella genovese tanto è morbido, pur lasciando in bocca una gradevole sensazione di compattezza, e la salsa di pomodoro del condimento, poi, è davvero freschissima. Da bere, scegliamo una Grimbergen scura dall'ottima lista di birre in bottiglia. La nota dolente arriva al momento del dolce, quando il solerte cameriere ci intima di scegliere al più presto tra quel che è rimasto, ma nonostante l'avvertimento, di tutto ciò che avevamo ordinato, alla fine al nostro tavolo arrivano solo un paio di panne cotte. Meno male che almeno il conto è tutt'altro che salato: siamo ospiti, ma riesco a sapere che la spesa è inferiore ai 15 Euro a persona, anche se bisogna tener conto che se tutti avessimo avuto la possibilità di gustare un dessert, l'esborso sarebbe stato lievemente più alto. Una buona pizza in compagnia tra luci ed ombre, insomma.

Il Secchio e l'Olivaro (Via Portuense, 962 - Roma)

venerdì 25 settembre 2009

Assaggi: Pizzeria Amalfi




Ieri sera Tyler ed io avevamo un avvenimento casalingo da festeggiare, e così abbiamo deciso di andare a cena fuori, senza fare follie, però. Inizialmente pensavamo di andare alla Pariolina, dove fanno la pizza alta come piace a Tyler, ma il locale è in fase di ristrutturazione, e quindi, in corsa, ci dirigiamo verso Prati, alla Pizzeria Amalfi, dove mi ricordavo di aver mangiato svariati anni fa. Ci accomodiamo ad un tavolo esterno, sul marciapiede di Via dei Gracchi, e gentilmente, il cameriere ci sistema il tavolino traballante con un'improvvisato ma efficace spessore di cartone. Ordiniamo birra (Peroni Nastro Azzurro alla spina), e per antipasto le zeppole di pasta cresciuta, ed un assortimento di fritti. Per la pizza, invece, Tyler va sul classico con la pachino e bufala, mentre io mi lascio tentare dalla sfiziosa, con salsa di pomodoro, mozzarella, salsiccia e patate: peccato che quest'ultime sono fritte, e perciò, bagnate dal sugo, si ammosciano subito. Per il resto però, tutto bene: l'impasto è buono, e le dimensioni generose, tant'è che dopo non prendiamo più nulla, se non un caffè. Il conto non è proprio economico, ma tuttavia adeguato.

Pizzeria Amalfi (Via dei Gracchi, 12 - Roma)

lunedì 24 agosto 2009

Assaggi: Belsito




Ci andiamo spesso, Tyler ed io, a mangiare la pizza o la carne al Belsito, al Lido di Ostia: il gestore è un nostro amico, e d'estate, quando fa così caldo, cenare sulla spiaggia, a pochi metri dal mare, è davvero un piacere. Il ristorante, collocato nei locali dello stabilimento omonimo, è semplice, senza pretese, ma la scelta di dedicarsi unicamente alla pizza (buona) ed alla carne (di ottima qualità), oltre ad una serie di sfiziosi appetizers, è vincente. Ci accomodiamo all'ultimo tavolo prima della spiaggia, sprofondando nelle comodissime sedie da regista, e per cominciare ordiniamo prosciutto e mozzarella di bufala, bruschetta al salmone, verdure grigliate, e qualche fritto, e beviamo birra alla spina. Dopo il lauto antipasto, Tyler si butta sulla pizza, una margherita alta, mentre io opto per la carne, scegliendo una bistecca di manzo danese con contorno di patate al forno, così tenera che riesco a tagliarla usando esclusivamente la forchetta! Siamo ospiti, quindi non conosco esattamente l'ammontare del conto, ma in ogni caso i prezzi del Belsito sono decisamente accessibili: è davvero il posto ideale per cenare all'aperto senza spendere molto.

• Belsito (Piazza Sirio - Lido di Ostia, Roma)

martedì 11 agosto 2009

Percorsi: Isola d'Elba




Quest'estate, Tyler ed io ci giochiamo l'esiguo spazio temporale delle nostre ferie con un po' d'anticipo, nella speranza di evitare il traffico e la confusione delle settimane a cavallo di ferragosto: è venerdì 31 luglio, ed imbocchiamo l'Aurelia, verso Piombino, diretti all'Isola d'Elba...
Quando arriviamo a destinazione, a Pomonte, piccola località sulla costa sud-ovest dell'isola, è già tarda sera, e così ci accontentiamo di una schiaccia, ovvero la focaccina bianca farcita tipica di queste parti, la prima di una lunga serie.
Ma già dalla mattina seguente, con la luce del sole, le splendide sfumature del mare dell'Elba manifestano tutta la propria, incredibile gamma di colori. La voglia di entrare in acqua e restarci per tutto il giorno è forte, ma complice anche l'atroce inospitalità dei ciottoli della spiaggia di Pomonte, non rinunciamo a girare l'Isola in lungo ed in largo: da Marciana e Marciana Marina a Portoferraio, da Marina di Campo, il centro più alla moda, alla deliziosa Capoliveri, da Porto Azzurro a Rio nell'Elba, il borgo più antico, dalla villa di Napoleone a San Martino alla spiaggia (sabbiosa) di Seccheto.



A Pomonte, a cena, andiamo un paio di volte al ristorante L'Ogliera (dallo scoglio omonimo, vicino al quale si trova un relitto), il più noto della zona. Nella prima serata, dopo un assortimento di carpaccio di pesce affumicato e delle acciughe marinate, assaggio degli spaghetti al riccio (buoni), mentre Tyler, pensando di andare sul classico, sceglie gli spaghetti alle vongole, che però, sorpresa, sono speziati con del curry: lì per lì viene da gridare al sacrilegio, ma affondando la forchetta, la bizzarra idea si fa apprezzare, eccome. Uno spunto da prendere e rielaborare. La seconda volta, invece, ci buttiamo sui secondi: spigola per Tyler, grigliata mista per me. Tutto bene, se non fosse per la consistenza un po' plastica del calamaro, ma soprattutto per i tempi di attesa, che già lenti nella prima serata, si sono ulteriormente dilatati. Sul prezzo però, anche perchè siamo in compagnia di amici del proprietarto, niente da dire: 20 euro a testa in entrambe le occasioni, incluso il vino bianco locale che beviamo.


La palma della migliore schiaccia dell'isola va senz'altro alla pizzeria La Taverna di Porto Azzurro: Tyler ed io ci fermiamo a pranzo, per sfuggire al caldo, e ci sediamo ad uno dei tavoli all'aperto, sulla piazza, con una bella vista sul molo. Ordiniamo due classici: la schiaccia mozzarella e pomodoro, e quella col tonno, e facciamo pure il bis, dividendo una schiaccia crudo, rucola e stracchino. Buonissime. Beviamo birra ed acqua, e spendiamo poco più di 20 euro.


Una sera facciamo un po' tardi, ce la prendiamo comoda, e così cerchiamo un posto dove cenare benchè siano già passate le 22. Troviamo accoglienza a Colle d'Orano, a due passi da Pomonte, località dove si gode uno splendido tramonto, e da dove, se il cielo è terso, si distingue il profilo della Corsica: ed infatti, il posto dove ci fermiamo si chiama Bastia's Bar. Il locale è bello, con un'ampia terrazza che affaccia sul mare, e nonostante sia praticamente vuoto, il cameriere, gentilissimo, ci inviata a sederci. Ordiniamo bruschette miste per antipasto (buone), quindi una schiaccia mozzarella e pomodoro per Tyler, ed una pizza al gorgonzola (rossa, dato che qui, per pizza bianca, intendono esclusivamente le schiacciate) per me, entrambe più che decorose. Beviamo birra alla spina, più acqua e caffè, e spendiamo il giusto, poco meno di 40 euro.

L'ultimo giorno di permanenza, siamo in giro nella parte orientale dell'isola, e dopo aver visitato il borgo di Rio nell'Elba, scendiamo verso la Marina. Sulla strada Tyler scorge uno splendido quanto impervio rovo di more, ed io non mi faccio pregare per raccoglierne un sacchetto da poter utilizzare in cucina. Quando arriviamo a Rio Marina è ora di pranzo, ed attirati dalle sgargianti sedie colorate, ci fermiamo al ristorante Mambo. Ordiniamo delle acciughe marinate (buone ma un po' care), quindi penne all'aragosta per me (sempre buone, ma curiosamente più a buon mercato delle acciughe) ed al ragù per Tyler, già stufo del pesce. Beviamo acqua e vino della casa ed in fondo, data la strana compensazione tra aragosta ed acciughe, non spendiamo una cifra eccessiva, poco più di 40 euro.
La sera, invece, visto che siamo quasi in partenza, decidiamo di concludere la rassegna delle schiacciate ordinandole da asporto alla Pizzeria Sophie di Pomonte, e tanto per variare, assaggio anche una pizza col pesce spada affumicato, davvero niente male, la sintesi perfetta della gastronomia dell'Elba: pesce, e croccante focaccia.

Hotel Ristorante L'Ogliera (Via del Porto Vitale, 5 - Pomonte, Isola d'Elba, Livorno)
• Pizzeria La Taverna (Piazza Matteotti, 19 – Porto Azzurro, Isola d'Elba, Livorno)
• Bastia's Bar (SP comune di Marciana – Loc. Colle d'Orano, Isola d'Elba, Livorno)
Ristorante Mambo (Via Roma, 38 - Rio Marina, Isola d'Elba, Livorno)
• Ristorante Pizzeria Sophie (Via del Passatoio, 87 – Pomonte, Isola d'Elba, Livorno)

giovedì 2 aprile 2009

Assaggi: Pizzarium




Qualche giorno fa, mentre ascoltavo la radio, ho sentito lo speaker parlare di una pizzeria al taglio in Via della Meloria, definendola la migliore della città. E così, visto che mi trovavo proprio da quelle parti, ho deciso di farci un salto. Il locale è piccolo, e c'è parecchia gente in fila per essere servita, buon segno. Inganno il tempo cercando un biglietto da visita, e quando leggo Bonci realizzo che si tratta dello chef specializzato in panificazione che una forniva il pane (squisito) al Bir & Fud a Trastevere: comincio davvero a crederci, che questa sia una pizzeria speciale. Arriva il mio turno, e proprio mentre ordino un pezzo di pizza con le patate, dal forno arriva un'invitantissima torta salata al tonno e cipolla, così bella che sembra una crostata. Naturalmente mi lascio tentare, e ne prendo una fetta. E se la forma è attraente, la sostanza è altrettanto appagante: l'impasto della pizza è fragrante e gustoso, la torta croccante e saporita. Niente male. Decido quindi di tornarci più tardi, per condividere con Tyler queste prelibatezze. Nonostante sia quasi ora di chiusura, c'è ancora una discreta scelta, ma in ogni caso mi oriento sui classici: margherita, pomodoro, zucchine. E mentre sono lì che aspetto il mio vassoio per la cena, dalla cucina esce un gigante, con indosso la giacca da cuoco: si tratta proprio di Gabriele Bonci, che si ricorda di avermi visto già qualche ora prima, e mi offre un filetto di baccalà panato in crosta di semi di pistacchio, che non sfigurerebbe affatto su un piatto da portata, come starter in un ristorante di cucina creativa... Dopo aver scambiato due chiacchiere amichevoli, me ne vado col mio prezioso bottino di pizza: non si può certo affermare infatti che il conto sia economico, d'accordo, ma se è vero che la qualità si paga, il Pizzarium ne è un esempio perfetto.

• Pizzarium Bonci (Via della Meloria, 43 - Roma)

venerdì 10 ottobre 2008

Assaggi: La Gallina Bianca




Siamo dalle parti di Termini, ed abbiamo fame. Tyler ha voglia di pizza napoletana. E se 2+2=5, come insegnano i Radiohead, qui vicino c’è La Gallina Bianca, che fa proprio al caso nostro. L’arredamento è in stile casetta di campagna, scelta molto in voga tra le pizzerie aperte negli anni novanta. Non sarà originalissima, d’accordo, ma la tonalità grigio-blu del legno che riveste le pareti mi riporta alla mente i recenti viaggi in Svezia e Finlandia, e mi fa sentire pienamente a mio agio. Appena ci sediamo, dopo una brevissima attesa, una solerte cameriera prende le nostre ordinazioni: per antipasto prendiamo delle piccole pizzette fritte ed un supplì (Tyler), ed un crostone al prosciutto (io). A parte il supplì, che è secco e sciapo, il resto è buono. Si beve birra alla spina. Passiamo alle pizze: quattro formaggi rossa (nel menù non c’è, ma me la fanno lo stesso senza batter ciglio), ed un’ortolana sui generis, con melanzane e broccoli. Sono gustose e sostanziose. Ci vuole proprio un caffé, dopo. Il conto, esattamente come ieri sera al Dop, è di 44 euro. Oggi me lo gioco, portasse bene…

• La Gallina Bianca (Via A. Rosmini, 9 - Roma)

venerdì 5 settembre 2008

Assaggi: La Pariolina




Stasera il mio amico Tyler ed io abbiamo proprio voglia di pizza. Faccio mente locale, ma non mi vengono grandi idee… Forse negli ultimi tempi ho così assiduamente cercato ristoranti dalla cucina creativa e complessa, da trascurare le cose più semplici? Mi domando. Ma quando Tyler mi confessa che ha voglia di pizza alta, mi ricordo di quella che una volta si chiamava La Maremma, in Viale Parioli, e che ora è diventata La Parolina. Ci sediamo nella veranda, così Tyler può fumare in pace, e ce ne godiamo l’atmosfera vagamente parigina. Il cameriere, simpatico, informale ma un po’ troppo invadente, prende le nostre ordinazioni: fritto misto per due, margherita alta per Tyler e pizza bassa con patate e carciofi per me. E birra ghiacciata, ovviamente. Il piatto dei fritti è vario e sfizioso (ci sono un supplì, una crocchetta di patate, un fiore di zucca, un pezzo di baccalà, olive ascolane e mozzarelline), la pizza buonissima, come la ricordavo ai tempi dell’insegna di toscana memoria. Morbida e fragrante la napoletana, croccante e saporita quella romana. Il conto poi, nonostante la zona, è onesto, in linea con quello di una qualsiasi pizzeria.

La Pariolina (Viale Parioli, 93 c/f – Roma)